I numeri ci dicono che siamo ancora lontani dalla parità di genere in ambito lavorativo, tuttavia esistono misure concrete da adottare per fare la differenza.

Non è un caso che ci troviamo a insistere sull’occupazione femminile, dato che siamo ancora affannati a rincorrere i Paesi europei che non presentano lo stesso nostro divario. 

Esistono diverse opportunità per ridurre il gender gap all’interno delle aziende, solo che forse non si conoscono abbastanza. Una consulenza mirata può guidare le imprese per metterle a frutto in modo adeguato. IN.SI. agisce nell’ottica di garantire la parità di genere attraverso interventi specifici e agevolati: qui di seguito illustriamo come.

 

I numeri della discordia


Le statistiche parlano di un tasso di partecipazione delle donne al mondo del lavoro del 53,8%, contro una media europea del 67,3%. Se poi aggiungiamo la differenza del
tasso di occupazione fra donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e quelle senza prole che è del 74,3%, il dramma che si consuma è sotto gli occhi di tutti. 

Tra gli obiettivi del PNRR sintetizzati sul sito governativo “Italia Domani emerge quello di intervenire per garantire attraverso riforme, istruzione e investimenti le stesse opportunità economiche e sociali tra uomini e donne in un’ottica di gender mainstreaming

In questo modo, entro il 2026, si può prevedere un aumento dell’occupazione femminile di almeno 4 punti percentuali.

 

Gli strumenti esistono e conviene applicarli


Per programmare e mettere in campo le azioni corrette occorrono dei riferimenti precisi.
IN.SI. offre la risposta non solo a cosa fare per applicare la parità di genere in azienda e alle modalità per ottenerla, ma spiega anche i vantaggi della Certificazione per la parità di genere.

Il risultato inoltre giustifica lo sforzo perché il diversity management sta alla base di una organizzazione inclusiva e sana: gettare le basi per accoglierne i principi significa abbracciare una filosofia orientata al welfare aziendale. 

La garanzia per assicurarne l’osservazione e quindi il benessere collettivo è legata alla formazione da cui dipende una buona brand reputation, elemento utilissimo da ottenere non solo agli occhi degli investitori ma anche nell’ottica di future assunzioni.

 

Una leadership preparata giova all’azienda


Guardando in prospettiva, si può lavorare per rendere possibile un’evoluzione dei ruoli che porti più pluralità all’interno di un’azienda. 

Partendo da questi presupposti, è quindi utile affidarsi a un corso sulla leadership femminile, volto a sviluppare la figura manageriale della donna, sradicando i pregiudizi e suggerendo strategie utili a interfacciarsi coi diversi interlocutori per riscuotere un riconoscimento del proprio valore professionale. 

L’analisi della cultura di genere può di fatto determinare il livello di salute di un’impresa: in base a questa valutazione è possibile verificare se si stanno perseguendo i corretti obiettivi inclusivi ed evidenziare i punti su cui insistere per potenziare la sfera relazionale e proattiva tra dipendenti.